VOGHERA

“Il treno regionale 309 proveniente da... Milano Centrale e diretto a... Ventimiglia è in arrivo al binario 2.” Il treno oggi è stranamente puntuale, ma nessuno sale e nessuno scende. Rallenta, si ferma, dopo il segnale le porte si aprono: fase dopo fase in automatico. “Tutto va come deve andare”, cantavano gli 883, eppure… c’è qualcosa che non mi torna. Mi sento come in un livello di un videogioco d’avventura, uno di quelli dove ci sono, ad esempio, un edificio e un’automobile, ma tu non puoi interagire con loro. Li vedi, esistono, ma non puoi entrarci né usarli. Sono solo decorativi. E forse oggi anch’io mi trovo dentro un videogioco, e quel treno di fronte a me è solo una comparsa, una figura che presto sparirà dal gameplay. Mi servirebbe un reality check. Dovrei avvicinarmi e guardare dentro. Da qui, i volti che intravedo dai finestrini sembrano strani, come le sagome pixelate del pubblico nei vecchi videogiochi di calcio. Potrei provare a salire su un vagone; magari passerei ...