Dove vado?
Ieri, scorrendo meccanicamente la bacheca di Facebook sono capitato sul post di un mio amico che linkava un articolo di VICE il cui titolo ha subito attratto il mio interesse, "Fuggire dalla provincia italiana" e ho deciso di dire anche io la mia riguardo un tema che è spesso presente nei miei pensieri.
(qua sotto il link all'articolo del quale consiglio a tutti la lettura)
https://www.vice.com/it/article/zmpbmw/fuggire-dalla-provincia-italiana
Dunque, io da ormai più di 4 anni vivo a Berlino e quando ripenso a me in Italia mi sembra di pensare a un'altra persona che non sono io o comunque a un me che adesso non c'è più, mi sembra di parlare di due vite differenti.
(a volte sembra ieri che sono arrivato e a volte mi sembra che sono via da 15 anni :anche la percezione del tempo ha perso il suo senso logico di continuità )
Questo stacco enorme che provo dalla "vita di prima" dimostra quanto ero immerso e quanto sono ancora profondamente legato alla realtà di provincia, che ha modellato volente o nolente ogni aspetto della mia personalità e i modi con cui la esprimo all'esterno.
(ad esempio la musica che faccio e che facciamo è totalmente figlia della provincia).
Io sono sempre stato un "hater" della provincia.
Il numero delle volte che ho detto "che palle, non c'è un cazzo da fare!" oppure quello delle volte in cui ho pensato quanto mi stesse stretto l'ambiente provinciale in tutti i suoi aspetti probabilmente si avvicina all'infinito.
Io non sono mai stato uno di quelli che voleva essere "il più figo del bar sotto casa" né "il personaggio di paese" che è conosciuto da tutti per comportarsi in quel modo ed ogni volta sembra quasi che debba recitare per forza la parte perchè ormai si è cucita addosso a lui e a chi gli sta intorno, anzi, questi tipi di personaggio non sono mai rientrati nella mia cerchia di amicizie strette. Diciamo che sono mai stato uno che arriva e stringe le mani a tutta la piazza.
In generale direi che il ripetersi delle cose mi è sempre stato sul cazzo, mi è sempre sembrato mi mancasse l'aria in un contesto del genere e che dovessi assolutamente scappare, ampliare i mei orizzonti e trovare una cura a quel senso di incompletezza eterno che provavo.
Papà mi diceva sempre : "Marco, la tranquillità interiore devi trovarla dentro di te, non c'entra il posto in cui sei"
P.S. : Questa frase che letta così sembra super poetica veniva pronunciata da mio padre poco prima di un litigio a tavola in cui io dicevo che mi ero rotto il cazzo di stare qua e lui che si era rotto il cazzo di sentirmelo dire.
Bè papà, col senno di poi devo dirti che in realtà avevi ragione, o quantomeno in parte, perchè se è vero che la serenità è da trovare dentro se stessi è altrettanto vero che non avevo più il cazzo di stare lì e la cosa non mi rendeva particolarmente felice.
(CHIUSA PARENTESI PADRE)
Ecco, dopo questo tempo via dalla provincia posso dire con assoluta certezza e senza vergogna che mi mancano tantissime cose e tantissime dinamiche della mia cara Albisola Superiore di 10.000 abitanti in provincia di Savona conosciuta per la ceramica: di alcune cose me ne rendo conto consciamente e di altre me ne rendo conto a posteriori; ad esempio quando ricerco in centro a Berlino o nel mio quartiere periferico il baretto dove bermi il caffè al tavolino seduto fuori come facevo ad Albi, e poi quando lo trovo ogni volta mi dico : "No Marco mi dispiace, non è assolutamente la stessa sensazione di bersi il caffè in passeggiata ad Albisola" e allora lì, in quel momento scatta un po'di nostalgia.
Accanto ai superclassici e verissimi "Mi mancano famiglia e amici" e "Mi manca il mare"
(con relativo commento dello straniero con cui sto parlando: "5 minutes walking from the sea? Really? Why do you come to Berlin? It's so grey!, I love Italy, I should visit your city")
mi mancano quindi tantissime altre cose, in generale mi rendo conto che cerco di trovare la dimensione provinciale nella grande città come Berlino, come nel caso del caffè.
La verità è che la grande città è come una sbronza per uno che viene dalla provincia: i primi tempi è tutto un parco giochi dove vuoi provare tutto, trovi tutto e c'è così tanto da fare che quasi non ci credi e poi il giorno dopo post-sbronza arriva l'hangover e vorresti passeggiare sul lungomare vuoto piuttosto che essere in metro circondato da migliaia di persone, vorresti avere la tua routine e le tue certezze piuttosto che dover improvvisare la tua giornata dopo che quella tipa non si fa più sentire ed il tuo amico se ne ritorna in Sudamerica. Ti ritrovi quasi a rimpiangere le stesse cose che dicevi di odiare anni prima.
Ora ci starebbe una frase ad effetto tipo "C'est la vie" oppure "Ma tutto questo fa parte del gioco" ed infatti ce le ho appena messe ma con la premessa prima così chi legge non penserà che sono stato banale (furbo eh?).
In sintesi credo che le risposte siano da trovare dentro se stessi: per quanto mi riguarda ho capito che nonostante mi manchino un sacco di cose della provincia sicuramente la grande città per come sono fatto io è un luogo decisamente migliore per farmi fare dei progetti, per farmi pensare al futuro e darmi delle possibilità di riiniziare e reinventarmi quando qualcosa mi va di merda, cosa che la mia amata-odiata provincia nel suo immobilismo purtroppo non mi ha mai dato.
Voglio concludere questa riflessione con una considerazione con la quale mi piacerebbe creare un dibattito con chi come me se ne è andato via dalla provincia ovvero il sentirsi in un limbo.
Mi è capitato alcune volte di pensare di lasciare Berlino (non in questo momento) e di ritrovarmi in difficoltà e un po'in ansia nel pensare "Però se lascio Berlino dove vado?".
Ritornare a casa? No, impossibile. Le volte che torno di solito sto benissimo, sto da Dio ma ho la consapevolezza che se mi fermassi più del dovuto cadrei in uno stato di insoddisfazione totale, ho come l'idea che la provincia se la lasci una volta l'hai lasciata per sempre.
E quindi dove cazzo vado? Non è un po'come sentirsi in un limbo?
Ci si vede il 30 Febbraio
(qua sotto il link all'articolo del quale consiglio a tutti la lettura)
https://www.vice.com/it/article/zmpbmw/fuggire-dalla-provincia-italiana
Dunque, io da ormai più di 4 anni vivo a Berlino e quando ripenso a me in Italia mi sembra di pensare a un'altra persona che non sono io o comunque a un me che adesso non c'è più, mi sembra di parlare di due vite differenti.
(a volte sembra ieri che sono arrivato e a volte mi sembra che sono via da 15 anni :anche la percezione del tempo ha perso il suo senso logico di continuità )
Questo stacco enorme che provo dalla "vita di prima" dimostra quanto ero immerso e quanto sono ancora profondamente legato alla realtà di provincia, che ha modellato volente o nolente ogni aspetto della mia personalità e i modi con cui la esprimo all'esterno.
(ad esempio la musica che faccio e che facciamo è totalmente figlia della provincia).
Io sono sempre stato un "hater" della provincia.
Il numero delle volte che ho detto "che palle, non c'è un cazzo da fare!" oppure quello delle volte in cui ho pensato quanto mi stesse stretto l'ambiente provinciale in tutti i suoi aspetti probabilmente si avvicina all'infinito.
Io non sono mai stato uno di quelli che voleva essere "il più figo del bar sotto casa" né "il personaggio di paese" che è conosciuto da tutti per comportarsi in quel modo ed ogni volta sembra quasi che debba recitare per forza la parte perchè ormai si è cucita addosso a lui e a chi gli sta intorno, anzi, questi tipi di personaggio non sono mai rientrati nella mia cerchia di amicizie strette. Diciamo che sono mai stato uno che arriva e stringe le mani a tutta la piazza.
In generale direi che il ripetersi delle cose mi è sempre stato sul cazzo, mi è sempre sembrato mi mancasse l'aria in un contesto del genere e che dovessi assolutamente scappare, ampliare i mei orizzonti e trovare una cura a quel senso di incompletezza eterno che provavo.
Papà mi diceva sempre : "Marco, la tranquillità interiore devi trovarla dentro di te, non c'entra il posto in cui sei"
P.S. : Questa frase che letta così sembra super poetica veniva pronunciata da mio padre poco prima di un litigio a tavola in cui io dicevo che mi ero rotto il cazzo di stare qua e lui che si era rotto il cazzo di sentirmelo dire.
Bè papà, col senno di poi devo dirti che in realtà avevi ragione, o quantomeno in parte, perchè se è vero che la serenità è da trovare dentro se stessi è altrettanto vero che non avevo più il cazzo di stare lì e la cosa non mi rendeva particolarmente felice.
(CHIUSA PARENTESI PADRE)
Ecco, dopo questo tempo via dalla provincia posso dire con assoluta certezza e senza vergogna che mi mancano tantissime cose e tantissime dinamiche della mia cara Albisola Superiore di 10.000 abitanti in provincia di Savona conosciuta per la ceramica: di alcune cose me ne rendo conto consciamente e di altre me ne rendo conto a posteriori; ad esempio quando ricerco in centro a Berlino o nel mio quartiere periferico il baretto dove bermi il caffè al tavolino seduto fuori come facevo ad Albi, e poi quando lo trovo ogni volta mi dico : "No Marco mi dispiace, non è assolutamente la stessa sensazione di bersi il caffè in passeggiata ad Albisola" e allora lì, in quel momento scatta un po'di nostalgia.
Accanto ai superclassici e verissimi "Mi mancano famiglia e amici" e "Mi manca il mare"
(con relativo commento dello straniero con cui sto parlando: "5 minutes walking from the sea? Really? Why do you come to Berlin? It's so grey!, I love Italy, I should visit your city")
mi mancano quindi tantissime altre cose, in generale mi rendo conto che cerco di trovare la dimensione provinciale nella grande città come Berlino, come nel caso del caffè.
La verità è che la grande città è come una sbronza per uno che viene dalla provincia: i primi tempi è tutto un parco giochi dove vuoi provare tutto, trovi tutto e c'è così tanto da fare che quasi non ci credi e poi il giorno dopo post-sbronza arriva l'hangover e vorresti passeggiare sul lungomare vuoto piuttosto che essere in metro circondato da migliaia di persone, vorresti avere la tua routine e le tue certezze piuttosto che dover improvvisare la tua giornata dopo che quella tipa non si fa più sentire ed il tuo amico se ne ritorna in Sudamerica. Ti ritrovi quasi a rimpiangere le stesse cose che dicevi di odiare anni prima.
Ora ci starebbe una frase ad effetto tipo "C'est la vie" oppure "Ma tutto questo fa parte del gioco" ed infatti ce le ho appena messe ma con la premessa prima così chi legge non penserà che sono stato banale (furbo eh?).
In sintesi credo che le risposte siano da trovare dentro se stessi: per quanto mi riguarda ho capito che nonostante mi manchino un sacco di cose della provincia sicuramente la grande città per come sono fatto io è un luogo decisamente migliore per farmi fare dei progetti, per farmi pensare al futuro e darmi delle possibilità di riiniziare e reinventarmi quando qualcosa mi va di merda, cosa che la mia amata-odiata provincia nel suo immobilismo purtroppo non mi ha mai dato.
Voglio concludere questa riflessione con una considerazione con la quale mi piacerebbe creare un dibattito con chi come me se ne è andato via dalla provincia ovvero il sentirsi in un limbo.
Mi è capitato alcune volte di pensare di lasciare Berlino (non in questo momento) e di ritrovarmi in difficoltà e un po'in ansia nel pensare "Però se lascio Berlino dove vado?".
Ritornare a casa? No, impossibile. Le volte che torno di solito sto benissimo, sto da Dio ma ho la consapevolezza che se mi fermassi più del dovuto cadrei in uno stato di insoddisfazione totale, ho come l'idea che la provincia se la lasci una volta l'hai lasciata per sempre.
E quindi dove cazzo vado? Non è un po'come sentirsi in un limbo?
Ci si vede il 30 Febbraio
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