Millennials?

Non saprei dire da quando ho cominciato a riflettere sull'argomento, a farmici sopra i cosiddetti "viaggi mentali" o le cosiddette "pippe mentali",
(che tra l'altro poi c'è una differenza di valore tra le due espressioni? non ci ho mai pensato)
in ogni caso mi sono sempre chiesto se siano soltanto pippe mentali mie o se invece ci sia un fondo di verità in quello che penso

SI' MA SU CHE COSA?

Sulla mia generazione, o meglio, sul fatto che la mia generazione abbia alcune caratteristiche che la rendono unica, speciale, diversa rispetto alle altre.

(Sì ma ogni generazione è unica, diversa ecc...rispetto alle altre, anzi ogni persona lo è, anzi ogni essere vivente sulla Terra lo è.....Va bene, prima fatemi finire poi capirete che non avevo altro modo di introdurre l'argomento)

Innanzitutto cerchiamo di definirla questa generazione: dunque io sono dell '87 quindi forse si parla di chi è nato tra l'83 e il '91 oppure i '93 compresi, oppure dagli '85, oppure chi cazzo se ne frega?
C'è chi si riconoscerà nella descrizione e chi no indipendentemente dall'anno di nascita.

Quello che secondo me rende davvero particolare la mia generazione è l'essere diventata adulta in un periodo di cambio epocale nel mondo e nella società, dovuto principalmente ad una crescita tecnologica che è stata velocissima e che ha riguardato aspetti pratici dell'esistenza quotidana che si sono completamente stravolti in pochi anni.
Ogni volta per chiarire il concetto faccio questo esempio: da adolescenti per contattarci tra amici dovevamo andare dal nostro telefono fisso, alzare la cornetta e comporre il numero al quale rispondevano sempre o la madre o il padre del nostro amico e noi, con quel filo di imbarazzo, dovevamo chiedere:

"Pronto, salve, c'è Marco? Me lo potrebbe passare?"

Oppure semplicemente si andava sotto casa dell'amico e si suonava al citofono dove spesso si ripeteva la stessa procedura del telefono fisso.

E OGGI?

Oggi con il nostro smartphone in mano possiamo, in ogni luogo e in ogni momento (connessione e contratto internet permettendo) chiamare e vedere in faccia il nostro amico dall'altra parte del mondo, e tutto questo, passando attraverso le varie tappe che tutti conosciamo (telefonino, internet, social networks ecc..ecc..), è avvenuto in pochissimi anni, secondo me troppo pochi per non incidere su come io e quelli della mia età siamo poi diventati da "adulti"?

(siamo davvero adulti?)

Mi spiego meglio: se noi da bambini avessimo avuto il telefonino per esempio saremmo stati "indirizzati" verso un tipo di mondo già durante la nostra infanzia, invece no, eravamo bambini in un mondo e siamo diventati adulti in un altro mondo completamente diverso, vi faccio alcuni esempi:

-Il mondo del lavoro era diverso: siamo cresciuti con l'idea del lavoro come di un lavoro fisso, con l'idea di "essere il futuro", e invece tanti di noi si ritrovano a 30 anni con pochissime certezze e con un mondo del lavoro, soprattutto in Italia, contraddistinto dal precariato: un mondo del lavoro che non ti permette di fare dei progetti a lungo termine. Ci avete promesso un mondo e non avete mantenuto la promessa.

-Esistevano ancora gli ideali: tanti di noi, sebbene non completamente coscienti di quello che facevano, credevano in "qualcosa" ed erano spinti da quel qualcosa ad esprimersi.
Oggi mi sembra che si viva in una sorta di disilussione generale dove quel "credere in qualcosa" non esiste più: in politica si sente dire da anni che non esistono più la destra e la sinistra e non si capisce che cosa esista in realtà. Nel calcio non ci sono più le bandiere e le ultime bandiere alla Totti e alla Del Piero si ritirano e ritirandosi scrivono un po'la parola fine a un calcio forse "più romantico", chi come me seguiva la musica underground già da ragazzino ha visto quasi tutti i propri miti dell'adolescenza "sporcarsi", piú altri mille esempi possibili in diversi ambiti.

-C'era una differenza molto più marcata tra reale e virtuale: anche noi da bambini avevamo il Super Nintendo e poi la Playstation ma il gioco di calcio era solo un GIOCO, di calcio, mi spiego: quando io giocavo a International Superstar Soccer Deluxe i calciatori erano dei cazzo di parallelepipedi che si muovevano in tre modi, oggi i calciatori su Fifa sono quasi identici a quelli veri con movimenti annessi: virtuale e reale non sono più così distanti, anzi.

-Si sente dire spesso che la piazza ormai si è spostata online, sui social networks, ed è vero, è come se la realtà si stesse virtualizzando più che il contrario, e ciò comporta che anche tutto ciò che riguarda la sfera dei sentimenti  ne venga influenzato rendendo i sentimenti stessi "di pubblico dominio" e quindi a volte quasi più "fake", passatemi il termine.
In generale oggi la distanza tra "volere qualcosa" e "avere qualcosa" si è drasticamente ridotta e molte cose si sono semplificate, togliendo forse la poesia di quello che sta in mezzo, la poesia del guadagnarsele, dell'aspettarle e non averle subito a portata di mano (la musica per esempio, per tornarci).

(mi ricordo da ragazzino che sbatti era provarci con una tipa prima che arrivassero i social)

Questo era il classico pippone da vecchio nostalgico, lo so e ne sono consapevole (come sono anche consapevole degli aspetti positivi del progresso) ma è proprio questo il punto:

HO 32 ANNI CAZZO!

sono ancora giovane, e tutto quello che ho scritto è successo troppo, troppo veloce, dai miei 13 anni in poi più o meno, tutto troppo veloce per non averci in parte fottuto il cervello secondo me.
Questo essere dei "testimoni del cambio" (così mi piace definirci) ovviamente ci ha dato dei vantaggi perchè abbiamo potuto vivere due epoche, entrambe con una certa consapevolezza, e infatti vedo nella nostra generazione un sacco di talento, talento puro, troppo spesso sprecato da una certa inquietudine di fondo che ci caratterizza e che è forse il rovescio della medaglia dell'essere stati appunto testimoni di quel cambio: tanti di noi spesso non riescono o non vogliono (spesso per i discorsi etico-morali sopracitati) rendere quel talento "mainstream" e fruibile a tutti.
Io stesso conosco personalmente un sacco di gente che ha un talento cristallino nei più svariati ambiti eppure, se ci pensate, quanti della nostra età hanno avuto successo? pensateci....è come se prima fossimo troppo giovani e di colpo siamo diventati troppo vecchi.
Insieme a questa ho anche un'altra impressione, forse meno positiva, cioè quella che siamo stati tra gli ultimi a poter cambiare qualcosa, fermare la giostra (appunto per questo essere vissuti tra due epoche e essendoci stati trasmessi dai genitori certi insegnamenti che a loro volta gli erano stati trasmessi da chi ha combattuto nel vero senso della parola) e invece mi sembra che ci siamo adattati, più che agire siamo rimasti solo dei testimoni, ho come l'impressione che avremmo potuto fare molto di più.

Per concludere un piccolo aneddoto: ricordo che cercavo di definire questa nostra fantomatica generazione e non riuscivo mai a trovare una definizione che mi piacesse finchè non ho visto un video dove si parla di Millennials, ovvero quello che linkato qua sotto, dove si parla dei "Millennials", cioè quelli nati dall'84 in poi (lui dice dall'84 e prende la generazione in modo molto più largo di come ho fatto in questo articolo)

Simon Sinek sui Millennials

e così da quel giorno li/ci ho definiti "Millennials"

(prima pensavo che i Millennials fossero quelli nati dal 2000 in poi)

P.S.: per farmi un po'di pubblicità: ho sempre voluto scrivere un pezzo su questo argomento da anni e ci sono finalmente riuscito, lo troverete nel mio EP che uscirà a data da definirsi.

Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere tutto, ho veramente fatto fatica questa volta a dover riassumere questo argomento, se ne potrebbe parlare per ore di un tema così.
Come sempre mi piacerebbe stimolare tanti spunti di riflessione anche da parte di chi magari pensa che il discorso che ho fatto si possa riferire a qualsiasi generazione e che io me lo senta particolarmente addosso perchè faccio parte di questa generazione specifica (o perchè il mio cervello gira male), mi è già capitato di parlarne con qualcuno che aveva questo punto di vista, essendo magari più grande o più piccolo di me.


Ci si vede il 30 Febbraio









 


 

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