Il 140
Mi sono trasferito nel mio nuovo appartamento il primo Settembre dell`anno scorso.
Anzi no, in realta' il primo Ottobre, un mese l'ho passato pagando due affitti contemporaneamente perche`non avevo il cazzo di ridurmi a fare il trasloco in un weekend ,di corsa, stressandomi e maledicendo divinita`di popoli estinti.
Anyway, facendo due conti il mio attuale appartamento (il primo non in condivisione yesss!) e` il sesto appartamento in sette anni, e quasi ogni votla ho cambiato quartiere, qua a Berlino.
Dopo tre anni vissuti in un ambiente decisamente caotico (vivevo su una delle tre strade principali del quartiere) dove il viavai di gente era all'ordine del giorno devo dire che sto incredibilmente apprezzando la Terra di Mezzo tolkeniana al confine tra tre quartieri dove mi trovo adesso.
Quando mi chiedono in che quartiere abito cado in una sorta di crisi di identita` che nemmeno il codice postale risolve
Ma ora posso finalmente apprezzare il silenzio mattutino, quello che riconosci solo dopo anni che non lo ascolti, dopo anni di urli in diverse lingue (maggiormente lingue dalla Turchia verso est), clacson e inutili accelerate di Bmw e Mercedes che si dovranno poi fermare al semaforo dopo 20 metri,: quel silenzio quasi totale che vene interrotto solo nel weekend dal suono in sottofondo di musica jazz che ascolta qualche vicino.
E poi il verde (non quello del semaforo)
Eh si`, oltre ad essere in una terra di mezzo tra quartieri lo e`anche tra parchi, Viktoria Park a sinistra e Gleisdreieck Park a destra, due colpi d'occhio decisamente piu'piacevoli che la mia comunque amata Hermannstrasse cosi'piena di vita, ma a volte troppo piena di vita per i miei gusti.
Comunque non e' questo il succo del discorso.
Che volevo dire? Ah si', qual'e`una delle prime cose che si controllano quando si cambia zona in una grande citta`?
Esatto Sherlock, i mezzi di trasporto:
- Dov'e' la metro piu' vicina?
- Come arrivo al lavoro?
- Come raggiungo casa della persona con cui sto avendo un rapporto effimero in questo periodo?
- Come raggiungo piu' velocemente la zona dove vado abitualmente ad assumere una grande quantita'di alcool e a smaltirla in qualche locale dove mettono musica oltre i 120 bpm?
Ecco, queste sono tra le domande piu' importanti che ci si pone quando si cambia casa, ma arriviamo al nocciolo della questione.
Piu'passano gli anni meno ho voglia di prendere la metropolitana, specialmente quando la temperatura comincia a diventare piacevole.
Come alternativa ci sarebbe la bicicletta, e a volte faccio anche lo sforzo sovrumano di prender le chiavi, togliere il lucchetto e fare qualche chilometro, ma di solito mi sembra uno scalino psicologico troppo duro da affrontare: gia'mi visualizzo con il male alla gambe mentre tento di scalare una salita di 50 metri allo 0,0001% di pendenza, e allora che faccio? Semplice, prendo una birra dal frigo, la bevo e poi mi giustifico dicendo che adesso dopo una birra non posso piu`fare attivita`fisica.
Questo metodo di autoconvincimento funziona sempre.
POI HO SCOPERTO IL 140!!!!
Cosi', un giorno che stavo camminando senza meta, ho visto quella fermata.
E' stata una folgorazione: quella fermata esattamente sotto casa (vaffanculo ai 10 minuti per raggiungere la metro!), mi porta praticamente in tutte le zone che frequento, si ferma addiritura sotto casa del mio amico dove vado a registrare i pezzi!
Cristo, se ci penso il 140 e' stata una delle svolte piu'importanti della mia esistenza.
E poi con il 140 e`un po`come nella vita: non e'tanto importante il traguardo quanto il percorso: l`autobus 140 S Ostbahnhof-S Tempelhof e'un'esperienza.
Il 140 mostra uno spaccato di vita di Berlino: viaggia per le strade dei quartieri, passa davanti ai bar e alle piazze: dai bar chic dove si bevono gli Spritz ai tavolini fino ai 24 ore dove qualche alcolizzato beve la sua ennesima Tyskie e urla seduto su una sedia di plastica quasi in mezzo alla strada,.
Il 140 e' un viaggio sia fisico che mentale nel cuore della vita berlinese.
Per esempio, ieri dovevo andare dallo Yaam, storico locale della scena reggae berlinese, e indovinate un po'chi arrivava praticamente davanti alla porta dello Yaam?
Esatto, proprio lui, il 140! E proprio il viaggio di ieri verso lo Yaam mi ha stimolato questa riflessione.
La stessa riflessione per cui ho deciso di riaprire questo blog dopo piu'di due anni di inattivita'.
Ebbene, passando per i vari quartieri vengo sempre affascinato dai luoghi di incontro: mi trovo spesso ad osservare come le persone trascorrono il loro tempo nei vari punti della citta', dove si riuniscono, piccole scene di vita quotidiana inserite nel contesto urbano.
Perche'vengo affascinato da questo? Forse perche`vengo da un contesto piccolo dove esistono i bar di paese e non c'e'poi cosi'tanta scelta (c'e'quel bar e basta) e voglio capire come invece trascorre il suo tempo chi invece questa enorme scelta ce l'ha.
E il 140 e'perfetto: vedo gruppi di gente ch bevono sulle panchine di un parco dove c'e'un tavolino, e quel tavolino basta per rendere quel posto in qualche modo "speciale" mentre altri stanno nel cortile del loro palazzo con quattro sedie un tavolo di legno, altri ancora nella piazzetta davanti alla stazione della metro...
e magari ci stanno tutto il giorno, tutti i giorni, anche se a Berlino avrebbero tutta la scelta del mondo, e a loro magari quella scelta non interessa, e non sono poi cosi'diversi da quelli che si incontrano sempre al baretto del paesino da dove vengo;
E io un po'li invidio, perche' sono un cazzo di inquieto, io che sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli, di cambiamenti, e raramente trovo la mia sedia e il mio tavolino, sempre quelli, dove fermarmi tranquillo e trascorrere il mio tempo, senza farmi troppe domande sul come, il dove e il perche'.
O forse faccio i tutto per non trovarli quella sedia e quel tavolino ma in fondo in fondo li sto cercando, e quando guardo dal finestrino del 140 provo quasi un senso di pace ad osservare piccoli momenti di vita vissuta, qegli stessi momenti che io forse non riesco ancora a godermi a pieno, e ho ancora bisogno di salire sul 140, che mi porta dove voglio, anche se non ho ancora ben capito precisamente dove voglio andare.
Ci si vede il 30 Febbraio
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