HEIMAT


A volte ci confondiamo,


Ci confondiamo quelle volte in cui tendiamo ad idealizzare tutto ciò che si muove all'interno del luogo sacro che sono i nostri ricordi, ad esempio se ripenso al gusto del minestrone di mia nonna, che lei chiamava “il minestrone degli atleti”, mi viene in mente un qualcosa di così buono che sicuramente non proverò più nella mia vita, e devo ammettere che fino ad ora è stato esattamente così, quel gusto è rimasto solo lì, nei miei ricordi.


Anche parlare di determinati luoghi è esattamente come un minestrone, dove i ricordi ed il presente si mischiano, ed il sapore che questi due ingredienti danno alla realtà è sempre soggettivo,…se vincono i ricordi di solito il sapore è gradevole, se vince il presente dipende.


Quindi accomodatevi a tavola: il minestrone della casa oggi è il paese in cui sono cresciuto, Albisola, buon appetito.


L'ultima volta sono passato davanti alla mia vecchia scuola elementare, o meglio, a quella che fu la mia vecchia scuola elementare, perché adesso è terra, solo terra. L'hanno buttata giù, insieme al parchetto accanto dove si andava a giocare a calcetto nell'ora di ginnastica, ed insieme al bocciodromo, che mio padre chiamava il “Pisciodromo”, a causa dell'aroma non proprio di lavanda che si avvertiva quando si camminava nelle vicinanze.


Ma adesso è tutto terra, solo terra.


Mi sono ritrovato a fissare quel vuoto per cinque minuti, in silenzio, e mi sono sentito come se improvvisamente mi avessero tolto parte dell'infanzia, senza neanche chiedermi il permesso.


E questa sensazione è presente, sempre, quando cammino per il centro storico, e vedo una scritta “vendesi” sulla porta di un'attività che è costretta a chiudere perché “I tempi cambiano”. Pensate, anche uno dei ceramisti ha chiuso e sulla porta ha scritto un biglietto dove “ringraziava tutti per questi magnifici anni insieme”. Forse è stata la prima volta che ci ho fatto davvero caso che lì ci fosse un ceramista.


I piccoli negozietti chiudono, ma a quanto pare per i supermercati c'è tutto lo spazio del mondo.


Quando ero piccolo c'erano solo la Coop, lì accanto alla fermata del “7” per Savona, e l'Ok Market da “Borgo al Pozzo”, la piazzetta col pozzo.


I miei andavano solo alla Coop, l'Ok Market, in realtà, me lo ricordo solo perché mi ci hanno beccato a rubare…un cazzo di Kinder Cioccolato…


Oggi, invece, a due passi dalla Coop, dalla fermata del Varazze c'è la PAM, davanti alla PAM c'è l'INS, e poi al posto della “mia” scuola elementare ne faranno un altro ancora di supermercato, “I tempi cambiano” no?


L'altra volta camminando in passeggiata pensavo che ogni volta che torno è come se avessero tolto un pezzo al puzzle della “mia” Albisola, e io l'immagine la riconosco un po' meno, ogni volta un po' di meno.


Però il mare c'è, lui c'è sempre, ed ogni volta che penso al nuovo supermercato, ogni volta che vedo un cartello con scritto “Vendesi” poi vado a guardare il mare e per qualche secondo si riallineano i pianeti.


Perché lui non cambia, il mare non cambia, rimane immutato d'estate e d'inverno.


Il mare che guardavo con gli occhi da bambino è lo stesso che guardo adesso con gli occhi di oggi, e nessuno può cambiarlo o portarlo via.


Il mare non cambia, cambia tutto il resto intorno a lui: Albisola è cambiata, io sono cambiato

Commenti

Post popolari in questo blog

1990

CRITIC AIRWAYS

VOGHERA